Le persone con autismo sono più
esposte la rischio di contagio COVID-19 essenzialmente per due motivi:
a) per la loro fragilità riguardante la salute,
segnata dalla possibile presenza di problematiche mediche (gastroenterologiche,
immunologiche-allergiche, metaboliche, cardiache, respiratorie) o neurologiche
(epilessia);
b)
per le loro difficoltà di indossare e tollerare guanti
e mascherine, adottare i comportamenti barriera e seguire le raccomandazioni
precauzionali, compreso tollerare la vicinanza di una persona che indossi i
DPI.
Il percorso
riabilitativo / educativo di queste persone è stato messo a dura prova negli
ultimi due mesi. Per questo è necessario pianificare la riapertura graduale dei
Centri Diurni, dei Laboratori, dei Centri riabilitativi pubblici e privati, dei
Centri di servizi educativi speciali, degli Studi dei professionisti della
disabilità, e in generale dei Servizi deputati al rispetto dei LEA (Livelli Essenziali Assistenza).
Bisogna però
ridurre al minimo i rischi per la salute delle persone autistiche, delle loro
famiglie e caregiver, quello degli operatori nei Servizi, nonché delle persone
che entreranno in contatto con loro al momento della graduale ripresa delle
attività.
Per questo si
richiede urgentemente un PROTOCOLLO per
la riapertura dei Centri suddetti, che deve dare indicazioni chiare per lo meno sui seguenti punti:
· predisporre un calendario di analisi (test
sierologici / tamponi) per gli educatori, gli operatori e i professionisti
della disabilità, in modo che le loro mansioni siano modulate in funzione del
profilo di rischio all’esposizione al virus, nonché per i disabili e le loro
famiglie , in modo da avere un quadro completo della situazione.
·
Igiene e la sanificazione degli ambienti;
·
Gestione degli spazi e dell’afflusso degli
utenti finalizzata al rispetto delle regole di distanziamento;
·
Misure di controllo degli operatori e degli
utenti che accedono al centro o studio;
·
Individuazione di DPI appropriati, che siano per
quanto possibile tollerati della persona autistica, e siano funzionali alla
attività da svolgere. Esempi:
o
Il logopedista utilizzerà protezioni che
lasciano visibile il movimento labiale per aiutare la persona autistica a
pronunciare una parola;
o
L’educatore avrà la necessità di un contatto
diretto per facilitare l’azione nel caso di disprassia.
·
In tali modalità è necessaria una rivalutazione
del progetto individuale ( progetto transitorio), da adattare alle nuove procedure di attuazione, a cura dei servizi
che hanno in carico il disabile.
·
Promozione dello svolgimento domiciliare delle
attività educative e riabilitative per le persone che nella fase di riavvio
dovranno restare a turno a domicilio, assicurando i dovuti controlli anche ai
familiari e ai caregiver.
Le famiglie
che hanno assunto privatamente un educatore / caregiver per il proprio figlio chiedono
istruzioni chiare per riprendere le attività nella propria abitazione,
garantendo nel contempo la sicurezza del nucleo familiare e del lavoratore.
In attesa di
una prossima graduale ripresa della loro attività in sede, potenziare i contatti
diretti, anche in remoto con i due Centri di Riferimento Regionali e con le
Umee/Umea per la gestione delle emergenze comportamentali, il supporto
psicologico alle famiglie , e per come gestire eventuali situazioni di urgenza
anche farmacologica.
Comunità Residenziali
Gli stessi
criteri di sicurezza valgono per le Comunità Residenziali, per le quali si deve
provvedere a programmare anche la possibilità di accesso dei familiari, da due
mesi interdetto, con modalità che assicurino la massima sicurezza. L’esempio da
seguire potrebbe essere il protocollo per le RSD proposto da Anffas-Angsa-Uniti
per l’Autismo Lombardia –SIMA-Società Italiana Medicina Ambientale, a cui negli
ultimi giorni si è unito il CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto per la Ricerca e l’Innovazione Biomedica
(in allegato).
Scuola:
Nell’immediato:
In questo
periodo di didattica a distanza, le famiglie di bambini e ragazzi autistici
riferiscono che le lezioni in videoconferenza non consentono ai loro figli un
apprendimento efficace.
Per questo
motivo laddove la famiglia e/o la
complessità della disabilità lo richieda, deve essere possibile fin da subito
svolgere le ore di assistenza educativa scolastica riconosciute allo studente
disabile al proprio domicilio, adottando tutte le precauzioni necessarie.
In vista della
ripresa delle lezioni a settembre:
Per molti bambini/ragazzi
autistici sarà difficile mantenere i comportamenti adeguati a prevenire il contagio
all’interno del gruppo/classe per tutta la durata della lezione. Le scuole
dovranno organizzarsi per assicurare la frequenza anche di questi studenti,
predisponendo spazi per le attività uno-a-uno con l’insegnante di sostegno /
educatore.
Per non
aggiungere ulteriore criticità alla ripresa dell’anno scolastico, la nomina
degli insegnanti di sostegno dovrà essere completata prima dell’inizio delle
lezioni. È necessario quindi:
·
Dare piena attuazione alle disposizioni sulla continuità
scolastica per gli insegnanti di sostegno non di ruolo, nel caso la famiglia lo
richieda;
·
Concedere ai dirigenti la possibilità di coprire
i posti del sostegno tramite chiamata diretta.
Per
l’emergenza del momento, ma anche in previsione del futuro, è auspicabile
includere nella cabina di regia dell’emergenza
dedicata alla disabilità anche le associazioni delle famiglie, le quali abbiano
facoltà di formulare proposte con la consulenza dei loro esperti di fiducia.
Nel
malaugurato caso di ricovero ospedaliero di una persona autistica o dei suoi
familiari fare riferimento al documento già trasmesso in data 19/03/2020 per la fase 1.
Diamo la
nostra disponibilità a discutere questi punti in una riunione straordinaria del
Coordinamento Regionale, da tenersi in video conferenza quanto prima.
Fiduciosi di un Vs sollecito riscontro in
merito,
Cordiali
Saluti
Uniti per
l’Autismo Marche
Ancona, 28
aprile 2020
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