“ANGSA Marche (Associazione Nazionale Genitori Soggetti
Autistici), pur consapevole che si dovrà aspettare di conoscere il dispositivo
della sentenza, esprime stupore e preoccupazione rispetto alla recente decisione del Tribunale
che assolve i protagonisti dei presunti
episodi di maltrattamento verificatisi nella struttura “Casa di Alice” di Grottammare.
Già in passato, dalla lettura di alcuni articoli pubblicati
in difesa del comportamento degli educatori della Casa di Alice, con nostra grande costernazione
avevamo potuto constatare come il
“contenimento” nella tristemente famosa “stanza azzurra” era da molti considerato una prassi del tutto normale e
consolidata nelle strutture che ospitano persone autistiche.
Al contrario, noi continuiamo a sostenere che certe misure
“contenitive” non possano essere giustificate come pratiche “salva vita”, come
se le stesse persone autistiche fossero colpevoli della situazione, non
lasciando agli operatori altra alternativa che la costrizione per far fronte a un
loro eventuale comportamento potenzialmente pericoloso per sé e per gli altri.
Né ci risulta che in questi casi ci si
preoccupi di indagare eventuali condizioni mediche, anche gravi, le quali poi
possono sfociare in problematiche comportamentali di estrema gravità, anche se
non farlo si configura come vera e propria negligenza medica.
E’ necessario inoltre avere consapevolezza sia del fatto che
in genere molte persone autistiche presentano un rischio di maggiore
vulnerabilità a causa delle loro difficoltà o impossibilità a comunicare stati
di malessere fisico o psicologico, sia che la maggior parte di esse, pur potendo manifestare una certa
aggressività nei momenti di crisi, rimane del tutto inerme di fronte a eventuali maltrattamenti di ogni genere.
Vogliamo ricordare in proposito le parole di Theo Peeters,
una delle massime autorità mondiali per l’autismo, recentemente scomparso: “Per limitare o eliminare i sintomi, cioè
gli eventuali comportamenti problematici
è necessario trattare le cause. Se, al contrario, trattiamo i problemi di
comportamento in modo sintomatico, ignorando le cause, questa è in sé una forma
di violenza, o di negligenza, peggio ancora se l’educatore ricorre all’uso di
punizioni. Da un punto di vista etico, è intollerabile che una persona ne
punisca un’altra perché quest’ultima è incapace di comunicare come noi ” (fonte
Autismo Toscana)
Anche Autisme Europe già nel 1998 presentava alla
Commissione europea un “Manuale di buone pratiche” nei confronti delle persone
con autismo. Nel manuale, redatto da una équipe internazionale di
esperti, vengono prese in considerazione le forme di violenza verso cui
le persone autistiche sono particolarmente vulnerabili, e si identificano
strumenti di prevenzione delle stesse.
Il problema, però, a prescindere delle eventuali responsabilità della singola
struttura, va soprattutto ricercato, tenendo conto delle eccezioni positive presenti sul territorio,
nella scarsa razionalizzazione delle risorse, nella inadeguatezza della
formazione professionale, nella carenza del personale (mal pagato e mal
impiegato) e delle proposte, nell’assenza quasi generalizzata di seri
controlli, nella mancanza di confronto e condivisione con le famiglie dei progetti
individuali (ammesso che esistano), e tutto questo costringe i genitori a dover assistere impotenti e
disperati al deterioramento dello stato fisico e mentale dei propri figli, ed a
una crescente e generalizzata sfiducia nelle istituzioni.
Per iniziare a porre fine a tutto ciò, è stato finalmente
avviato nella regione Marche il Centro di riferimento regionale per l’età
Adulta, con sede a San Benedetto, sostenuto da
un programma di formazione a 360° del personale dei Servizi territoriali
cui spetta la presa in carico delle persone autistiche adulte e il controllo
delle strutture. Per raggiungere questo importante traguardo sono stati
necessari anni di impegno associativo, nella consapevolezza che ci troviamo
soltanto all'inizio del cambiamento culturale che vogliamo.
Sulla base di questa analisi, speriamo che in sede di
appello possa essere fatta definitivamente giustizia, e che quanto avvenuto sia
da monito per evitare che in futuro possano ripetersi esperienze di tale
drammaticità in tutto il territorio nazionale.
ANGSA Marche